Gironzolando tra le bancarelle della mia infanzia…

Salve a tutti! Oggi vi parlerò di un paese a me molto caro, Terranuova Bracciolini, che si trova nel Valdarno superiore sulla riva destra dell’Arno in provincia di Arezzo. Vi parlerò in particolare di una delle sue Fiere, molto importante e rinomata in tutta la Toscana, che si tiene la quarta domenica del mese di Settembre e si prolunga fino al martedì, anche se quando ero bambina ricordo che non volevo finisse mai.

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Questa fiera ha radici che risalgono al periodo immediatamente successivo alla fondazione della nuova terra murata, nel 1598, quando il consiglio comunale aveva proposto per la prima volta l’introduzione della fiera con la ricorrenza di una volta all’anno ma solo con Cosimo II nel 1615 i terranuovesi ottennero il permesso di fare la loro Fiera.


La scelta del mese di settembre, che era stata fatta quasi per caso, portò la Fiera nel corso degli anni ad essere un’importante piazza per le popolazioni del contado e dei paesi vicini per vendere, comprare e incontrarsi poi in seguito fu associata anche ad un ricco programma religioso, così come del resto accadeva in occasione delle rispettive feste del «perdono» in altri comuni toscani, anche se nella maggior parte di questi, al contrario, era stata la festività profana a inserirsi in una religiosa. Le funzioni religiose – in primis la richiesta di indulgenze, da cui deriva il nome “perdono” – furono affiancate dall’esposizione ai fedeli delle spoglie del martire San Tito, alle quali la credenza popolare attribuiva la capacità di condizionare favorevolmente gli eventi meteorologici in virtù dei raccolti dei campi. La Fiera era quindi pensata come una grande piazza commerciale di animali da fattoria ricoperti da bubboli e nastri, accompagnata ad una mostra degli uccelli e da un mercato di mercerie e manifatture, vasi vinarii, terre cotte di varie specie ed altri oggetti; inoltre alla fiera si poteva assistere a vari “sollazzi” come: le corse dei cavalli, la grande tombola in piazza, il concerto della Banda e l’immancabile spettacolo pirotecnico di chiusura.

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Oggi il Perdono conserva molti aspetti tradizionali ereditati dal passato, come la ostentazione di San Tito, la fiera degli uccelli, i fuochi pirotecnici, il grande mercato, i caldarrostai (e che profumino!) ma, a partire dal dopoguerra sono state introdotte alcune novità come il luna Park, l’esposizione di prodotti e manufatti da gran parte del mondo e la rivendita di macchinari agricoli all’avanguardia. La fiera, pur con molte innovazioni, mantiene vive le esposizioni meravigliose e particolari di quei lavori “da bottega” che una volta la caratterizzavano e si è aperta ad un pubblico maggiore e di età che va dai più piccoli ai più vecchi perchè si può trovare sia divertimento che cultura. Inoltre il centro storico e le vie d’intorno in cui vengono allestite le bancarelle diventano zona solo pedonale ed è per questo che molte famiglie si fidano a lasciare I bambini sulle giostre così che gli adulti possano fare le loro spese in tranquillità per poi ritrovarsi tutti a mangiare un bel panino con la porchetta, che non è solo “bona speciale” da mangiare ma anche da vedere, questo bel maiale condito con finocchio, rosmarino e altre erbe si presenta infilzato dalla bocca all’altra estremità del corpo dopo una giusta cottura in forno, e vi consiglio molto di assaggiare anche la cotenna, di solito molto croccante e gustosa… non sapete quanto mi manca… e spesso accompagnata da un buon gotto di vino rosso prodotto dalle vigne che circonda il paese.

Mi viene in mente che quando ero una bambina, e poi un pò più da ragazzina, mi divertivo con la mia cuginetta a saltare da una giostra all’altra e poi correre in mezzo alle bancherelle per le strade affollate con lo zucchero filato colorato o cercando un oggettino che potessi portare a casa come ricordo di quelle giornate.

Il lunedì si tiene ancora la Fiera degli uccelli, che vanta ormai oltre 400 edizioni. La manifestazione si svolge nel Parco pubblico presso il torrente Ciuffenna e, sebbene continui a rappresentare un importante appuntamento per la vendita e lo scambio di uccelli da richiamo, negli ultimi decenni si è allargata ed è diventata una mostra mercato di uccelli tropicali, animali da compagnia e la recente reintroduzione dell’esposizione delle bestie da stalla e da cortile. Molto importante l’aggiunta della competizione “Il fischio d’oro”, una gara di imitazione di versi di uccelli che porta in paese i migliori “fischiatori” di Italia, durante la quale si fanno gare di canto e di imitazione e al vincitore viene assegnato il «chioccolo» d’oro.

Terranuova è rimasta impressa nei miei ricordi d’infanzia perchè, oltre alla gioia vissuta durante questi eventi così tradizionali, la sua storia la si può vedere e sentire appena si entra in paese, ti sembra quasi di essere dentro un quadro molto pittoresco. Spero personalmente di poterci tornare presto e che possa diventare anche per voi, che leggete, una meta per una bella gita nella campagna aretina della Toscana, non avrete neanche il bisogno di portarvi da mangiare con tutta la “ciccia”, le verdure, i dolci e le caramelle così come tante altre tipicità di questa terra meravigliosa.

A presto

Rachele Morganti

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