I tesori dell’antica “Ichnusa”

Salve a tutti oggi tornerò a parlare della Sardegna e altri luoghi da esplorare.

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Baccu Locci è un villaggio minerario del ‘900 molto suggestivo che si trova in prossimità delle sponde dell’omonimo fiume nella località di Salto di Quirra del Comune di Villaputzu. Questo luogo era dedicato all’estrazione del minerale arsenopirite e, anche se non è più attivo dal 1965, al giorno d’oggi è un sito turistico facilmente visitabile. Nei suoi 2700 ettari di macchia mediterranea si trovano ancora 30 edifici che sono un esempio emblematico dell’edilizia classica del periodo e altri elementi tipici del territorio villaputzese come le murature in pietra e le coperture dei tetti in coppi. Inoltre sono ancora presenti antichi strumenti di estrazione: l’autopala un veicolo ad aria compressa che lavorava sui binari, l’ex laveria, I vecchi dormitori dei minatori, l’officina e un piccolo bacino artificiale. Per gli appassionati o collezionisti è sicuramente facile trovare campioni del tipico minerale e godere della vista sul paesaggio meraviglioso che lo circonda.

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Un altro aspetto nascosto della Sardegna è quello artistico che nasce soprattutto con I Murales di Orgosolo, questi bellissimi e unici dipinti si trovano a 100km da Cagliari nel cuore della Barbagia. Tutte le case sono decorate con murales che raccontano la storia di un movimento intellettuale sempre vivo, di un territorio culturalmente fervido, ribelle e politicamente attivo. La tecnica pittorica orgolese nasce nel ‘900, sfruttandola come strumento di comunicazione per la prima volta da un gruppo di anarchici in lotta e ripresa durante La Resistenza rendendo così Orgosolo un paese-museo a cielo aperto. Specialmente tra gli anni ‘60 e ‘70 si svilupparono I murales collettivi che descrivono, con la moltitudine di particolari, la vita contadina e le lotte di potere alternando tematiche socio-politiche alla rappresentazione di icone tipiche della quotidianità. Passeggiare tra le vie coloratissime di questo paese significa incontrare un angolo di Sardegna insolito e originale dove è possibile allargare la percezione di cosa sia la cultura sarda.

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La volete trovare un po’ di Pisa in Sardegna allora dovete andare a Codrongianus in provincia di Sassari a vedere la Basilica della Santissima Trinità di Saccargia. Si tratta di una chiesa in stile romanico pisano, una delle più famose in questo stile nella regione, costruita e completata nel 1116 sulle rovine di un monastero preesistente per volontà del giudice Costantino I di Torres. Secondo il “Condaghe di Saccargia”, documento amministrativo in uso nella Sardegna bizantina e giudicale tra il XI e XIII secolo, il giudice e la moglie durante un viaggio insieme furono ospitati dai monaci camaldolesi e fecero un voto per avere un figlio e, dopo che la loro preghiera fu esaudita con la nascita di un figlio, la coppia donò una chiesa la quale, dopo essere stata consacrata, fu affidata agli stessi monaci che li ospitarono. I monaci la trasformarono in un’abbazia e I lavori di ampliamento, databili tra il 1118 e il 1120, furoni assegnati ad architetti della scuola pisana, I quali lavorarono anche sulla nuova facciata e aggiunsero un campanile. Invece il portico risulta essere stato costruito in seguito da una maestranza lucchese. Alla fine del XII secolo l’abside centrale fu affrescata in stile murale romanico e ancora oggi conservata in modo completo e, come già aveva detto Pietro Toesca e poi riaffermato da il Maltese, l’opera è attribuibile ad una mano pisana con qualche influenza umbro-romana. Il nome della Basilica non deriva dall’espressione in lingua sarda logudorese “s’acca argia” (la vacca pezzata), ma dal nome medioevale in lingua latina “Sacraria”.

Okay per oggi penso che abbiate conosciuto qualcosa di nuovo della Sardegna.

A presto

Rachele Morganti

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