La Sardegna…e un po’ della sua storia

Salve a tutti. Allora dopo aver parlato della flora e della fauna oggi affronteremo un argomento più storico e tipico solo della Sardegna.

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  • Domus de Janas sono tombe preistoriche, datate fin dal Neolitico all’età del Bronzo antico, scavate nella roccia tipiche della Sardegna prenuragica. Le grotticelle funerarie sono state scavate nella roccia viva, possono essere trovate isolate o una vicino all’altra così da formare nel tempo delle vere e proprie necropoli. Esse sono davvero particolari perchè sull’isola acquistano un carattere di unicità e straordinarietà per l’accurata lavorazione, per i caratteristici aspetti architettonici e le ricche decorazioni che richiamano quelle che furono le case dei “vivi”, dando una precisa idea di come in realtà fossero costruite le case dei paleosardi cinquemila anni fa. Ne sono state trovate almeno 2.400 ma siamo quasi sicuri che ce ne siano tante altre da scoprire. Gli archeologi sostengono che le prime domus de janas risalgono intorno alla metà del IV millennio a.C. in cui si era sviluppata la Cultura di San Ciriaco e più tardi la Cultura di Ozieri con cui esse si diffusero in tutta la regione e proprio grazie a queste due religioni si sono trovate delle statuette della Dea Madre;
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  • Pozzi sacri nuragici sono una particolare struttura templare ipogeica presente in Sardegna e risalente all’Età del bronzo al culto delle acque. La loro struttura architettonica è ritenuta tra le più elaborate presenti nell’Isola ed è un chiaro esempio della maestria costruttiva raggiunta dai Nuragici. Si trovano su tutto il territorio isolano e insieme alle tombe dei giganti e ai tempietti a megaron testimoniano lo spirito profondamente religioso delle popolazioni sarde durante la civiltà nuragica. In Sardegna sono presenti differenti forme di luoghi sacri al culto delle acque:
  • pozzi sacri, cioè pozzi o camere rivestiti di pietra scavati a varie profondità che consentono di raccogliere l’acqua sotterranea;
  • fonti sacre, bacini o camere superficiali di pietra per la raccolta di acqua sorgiva. Alcune fonti sacre tuttavia hanno strutture molto elaborate che le rendono simili a pozzi sacri, per esempio Su Tempiesu di Orune che viene considerato come il prototipo architettonico dell’architettura dei templi dell’acqua sacra, fonti e pozzi. I pozzi sacri, per la maggior parte, sono costruiti su terreno piano o quasi piano e non addossati alla costa della collina, mentre le fonti sono spesso trovate proprio nei pressi della sorgente anche su terreni molto in pendenza come il già citato Su Tempiesu;
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  • Castello di Quirra è situato Sulla cima del monte Cudias, nel comune di Villaputzu, nel Sud-Est della Sardegna. Sorgono ormai solo I resti di un castello infestato di piante selvatiche, a vederlo sembra di stare in Irlanda, invece siamo in Italia. Il castello di Quirra era stato costruito a picco su un crostone di terra, in posizione cruciale, sia per il controllo della costa ad oriente ma anche perché era la via d’accesso alle zone minerarie dell’interno, e inoltre per sorvegliare il confine della Gallura contro gli aragonesi. Esso venne edificato, dai gudici di Cagliari nella metà del XIII sec., e costruito sui resti di altri insediamenti, addirittura, dell’epoca neolitica e paleolitica. La struttura venne conquistata alla fine dello stesso secolo da Nino di Gallura. Ne furono padroni i Pisani fino al 1324, anno in cui, dopo un lungo assedio, gli aragonesi guidati da Almirante Francisco Carroz, riuscirono ad espugnarlo. Questo subì numerosi assedi tra i quali quelli dei Genovesi nel 1334 e quelli del giudice d’Arborea nel 1354, entrambe senza successo. Nel 1364 i Carroz, entrarono in possesso del castello grazie alla nomina ricevuta dal Re di Aragona che gli concesse i territori di Quirra. Il salto di Quirra, a causa di un documento redatto da Donna Violante nel 1480 e che concedeva ai comuni del Sarrabus e dell’Ogliastra il diritto a coltivare e approvvigionarsi di legna nei territori del contado, fu teatro di cruenti scontri tra queste due comunità sino all’abolizione del feudalesimo e alla ripartizione dei terreni comunali. Nel 1646, il castello fu protagonista di un fatto curioso. Sul litorale antistante il monte su cui si erge, naufragò una nave da guerra francese diretta a Napoli. I circa 400 uomini imbarcati sulla nave riuscirono a salvarsi e si rifugiarono nel castello in cui assediati dalle truppe della zona si arresero. Gli ultimi feudatari, i Carroz-Osorio persero il legame con il castello nel 1839, durante il regno di Carlo Alberto. Oggi del castello di Quirra, che si dice fosse uno dei più potenti dell’isola, rimangono alcuni muri perimetrali, la maggior parte dei quali a picco sul dirupo che ne delimita il lato a sud. Una grossa cisterna è ancora visitabile per tutta la sua lunghezza. Oltre al lato storico, il castello è circondato da leggende e mistero soprattutto riguardo la morte di Donna Violante detta anche “la sanguinaria”. Ella arrivò in Sardegna per motivi ereditari e in lutto per la morte del padre e del primo marito. In seguito ebbe un altro marito e due figli, morti a pochi anni di differenza. Si risposò per la terza volta, e purtroppo, nel 1508 si innamorò di un altro uomo e cercò di annullare il matrimonio ma il Vescovo di Quirra si oppose e questo gli costò la vita, perchè lei lo fece impiccare ma lei di risposta ricevette la scomunica. Della sua morte non esiste niente di sicuro ma quella che per me avrebbe più senso è che lei sentì un atroce senso di colpa che la perseguitò fino al suo suicidio, buttandosi giù dalle mura del castello. Altra curiosità legata a questa donna è, che lei abbia nascosto un telaio d’oro nelle grotte del castello, che ancora non è stato trovato.

A presto con altre meravigliose scoperte di questa regione così poco conosciuta, per davvero.

Rachele Morganti

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